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Tra gli anni ’50 e ’60 la città dello Stretto è centro di un animato dibattito culturale che coinvolge Togo (Enzo Migneco) e altri giovani pittori frequentatori del Bar Nettuno.

 Al 1959 risale la sua prima personale cittadina, tuttavia nel 1961 lascerà l’Isola per Milano, allora vero centro d’innovazione della cultura europea.

 Togo approda presto all’astrattismo, un movimento durante la quale la pittura trascendeva il suo ruolo tradizionale di una finestra sul mondo e invece diventatava una finestra nella mente e l'anima dell'artista.

L’effetto dinamico delle opere di Togo è racchiuso nella scomposizione dell’oggetto, un divenire di immagini che si collegano idealmente in unica forma di movimento, almeno visivamente. Si tratta di una tecnica che è l’evidente dimostrazione della padronanza di un ordine dei pigmenti di una coerenza ed eleganza sbalorditiva.

Questa tendenza artistica supera i concetti

dell’impressionismo, conservandone solo alcune caratteristiche, per scavare più a fondo nella libertà del colore avventurandosi verso strade non ancora percorse e comprende una vasta gamma di stili artistici.

Ricca la sua attività anche in Sicilia, la sua terra d’origine che sarà punto di riferimento e ispirazione mai ininterrotta infatti continuerà a rimanere felicemente radicato agli elementi costitutivi del suo linguaggio che nel tempo hanno subito una lenta e progressiva elaborazione per l’esigenza di sviluppare tutte le possibili variazioni che possono scaturire dai vari registri della sua personale concezione poetica della realtà.

TOGO “LUCE DI OTTOBRE dal 16 ottobre al 6 novembre 2021-

Galleria d’Arte Studio 71, Via Fuxa, 9 – 90143, Palermo

​​​​​​​                            Anna Scorsone Alessandri

 

Togo (Enzo Migneco)

Togo (Enzo Migneco)

Togo

Togo

TOGO: "MESSINA HA ISPIRATO LA MIA ARTE".
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